Ond'è che, per piccolo segno dell'amor mio verso tal dama, voglio che ella godesse l'orologgio d'oro che ho portato in vita pel mio commodo e regolamento civico, che le ho legato, tramando e lego in dono.
FIGLI VILLABIANCA NE' NEPOTI
Dovendo poi in seguito di dicitura del presente mio testamento (prendere) in considerazione le parti nobili e amorosi uffizij che a me indefessamente han prestato li miei due nepoti, il conte di Belforte, che così si chiama, Francesco Emanuele e Caterina Emanuele e Vanni, fratello e sorella, figli nati dal mio erede e figlio, marchese Benedetto, e della di lui prima moglie Rosalia Vanni, figlia di Raffaele, più volte stato genitore e sindaco di Palermo, e dovendo io per altro, per la parte di padre di famiglia e di sanguinis auctor, recensere numerum clarosque nepotes, con Virgilio, libro 6° Eneide, o con Ausonio appo Hofmanni, Lexic. univers., voce nepos, per la cura che ne debbo avere, succedunt patribus seu nova cura nepotes, perciò alli medesimi voglio che detto mio erede pagasse ad ognun di essi onze dieci in segno dell'amor cordiale che a loro ho portato, avendoli stimato mai diversamente da' miei propri figli, se non dico un grado di più, per essere eglino, come nepoti, nati di figlio, chè questo vuol dire nepos, cioè natus post filium, due volte e due volte figli, col debito di propagare avanti e oltre di più il mio sangue ed in esso il portato onore; onde da primo padre gli dico benedizioni più che felici in Dio ora e per sempre, del che sia amen.
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Autoapologia
La mia vita le mie virtù le mie opere
di Francesco Maria Emanuele e Gaetani (marchese di Villabianca)
pagine 144 |
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