E sarebbegli venuto fatto, se non che fu riparato per lo senno e provedenza del savio consolo Marco Tulio. Così si difese la città di tanta pistilenzia, e trovata la detta congiurazione e tradimento, e per la grandezza e potenza del detto Catellina, e perché Tulio era nuovo cittadino in Roma, venuto il padre da Capova, overo d'un'altra villa di Campagna, non ardì di fare prendere Catellina né giustiziare, come al suo misfatto si convenia; ma per suo grande senno e bello parlare il fece partire della città; ma più di suoi congiurati e compagni, de' maggiori cittadini, e tale dell'ordine de' sanatori che partito Catellina rimasero in Roma, fece prendere, e nelle carcere faccendogli strangolare moriro, sì come racconta ordinatamente il grande dottore Salustio.
XXXI
Come Catellina fece ribellare la città di Fiesole a la città di Roma.
Catellina partito di Roma, con parte de' suoi seguaci se ne venne in Toscana, ove Manlius uno de' suoi principali congiurati e capitano era raunato con gente ne la città antica di Fiesole. E venuto là Catellina, la detta città da la signoria de' Romani fece rubellare, raunandovi tutti gli rubelli e sbanditi di Roma e di più altre province, e gente dissoluta e disposta a guerra e a mal fare, e cominciò aspra guerra a Romani. Li Romani, sentendo ciò, ordinaro che Gaius Antonio consolo e Publio Preteus con una milizia di cavalieri e popolo grandissimo venissono in Toscana ad oste contro a la città di Fiesole e contro a Catellina, e mandaro per loro lettere e messaggi a Quintus Metellus che tornava di Francia con grande oste di Romani, che simigliante fosse colla sua forza da l'altra parte all'asedio di Fiesole, e per seguire Catellina e suoi seguaci.
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