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      E in quella stanza comandò a' suoi che dovessero andare nella villa di Camarti presso al fiume d'Arno, e ivi edificassero parlatorio per potere in quello fare suo parlamento, e una sua memoria lasciarlo: questo edificio in nostro volgare avemo chiamato Parlagio. E fu fatto tondo e in volte molto maraviglioso, con piazza in mezzo. E poi si cominciavano gradi da sedere tutto al torno. E poi di grado in grado sopra volte andavano allargandosi infino a la fine dell'altezza, ch'era alto più di LX braccia. E avea due porte, e in questo si raunava il popolo a fare parlamento. E di grado in grado sedeano le genti: al di sopra i più nobili, e poi digradando secondo la dignità delle genti; e era per modo che tutti quegli del parlamento si vedeva l'uno l'altro in viso. E udivasi chiaramente per tutti ciò che uno parlava; e capevavi ad agio infinita moltitudine di genti; e 'l diritto nome era parlatorio. Questo fu poi guasto al tempo di Totile, ma ancora a' nostri dì si ritruovano i fondamenti e parte delle volte presso a la chiesa di San Simone a Firenze, e infino al cominciamento de la piazza di Santa Croce; e parte de' palagi de' Peruzzi vi sono su fondati; e la via ch'è detta Anguillaia, che va a Santa Croce, va quasi per lo mezzo di quello Parlagio.
     
      XXXVII
     
     
      Come la città di Fiesole s'arendé a' Romani, e fu distrutta e guasta.
     
      Stato l'assedio a Fiesole la detta seconda volta, e consumata e affritta molto la cittade sì per fame, e sì perché a·lloro furono tolti i condotti dell'acque e guasti, s'arrendéo la città a Cesere e a' Romani in capo di due anni e quattro mesi e VI dì che vi si puose l'asedio, a patti, chi ne volesse uscire fosse salvo.


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Nuova cronica
Tomo Primo
di Giovanni Villani
pagine 501

   





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