Lasceremo di ciò, e diremo in brieve de la potenzia che anticamente avea la nostra provincia di Toscana, che si confà a la nostra materia.
VII
Della potenzia e signoria ch'avea la provincia di Toscana innanzi che Roma avesse stato.
Dapoi ch'avemo detto del sito e confini de la nostra provincia di Toscana, sì ne pare convenevole di dire in brieve dello stato e signoria che Toscana avea anzi che Roma avesse podere. La provincia di Toscana innanzi al detto tempo fu di grande potenzia e signoria. E non solamente lo re di Toscana chiamato Procena, che facea capo del suo reame nella città di Chiusi, il quale col re Tarquino assediò Roma, era signore della provincia di Toscana; ma le sue confine, dette colonne, erano infino a la città d'Adria in Romagna in su il golfo del mare di Vinegia, per lo cui nome anticamente quello mare è detto seno Adriatico; e nelle parti di Lombardia erano i suoi confini e colonne di Toscana infino di là dal fiume di Po e del Tesino, infino al tempo di Tarquino Prisco re de' Romani, che la gente de' Galli, detti oggi Franceschi, e quella de' Germani, detti oggi Tedeschi, di prima passaro in Italia per guida e condotto d'uno Italiano della città di Chiusi, il quale passò i monti per ambasciadore, per fare commuovere gli oltramontani contro a' Romani, e portò seco del vino, il quale dagli oltramontani non era in uso, né conosciuto per bere, però che di là nonn avea mai avuto vino né vigna; il quale vino per gli signori di là assaggiato, parve loro molto buono; e intra l'altre cagioni, con altre grandi impromesse, quella della ghiottornia del buono vino gl'indusse a passare i monti, udendo come Italia era piantadosa di vino, e larga d'ogni bene e vittuaglia.
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