Poi il detto Arrigo imperadore fatta venire nuova gente da la Magna e riformato suo stato, un'altra volta passò nel Regno con grande oste gli anni di Cristo MCLXXXXVI. Il quale regno di Puglia e reame di Cicilia signoreggiava Guiglielmo il giovane, figliuolo ch'era stato di Tancredi re, e era giovane di tempo e di senno, il quale ingannato dal detto Arrigo, sotto trattato di pace, il fece prendere con tre sue serocchie, e mandollo in pregione in Alamagna; e 'l detto Guiglielmo fece accecare degli occhi e castrare, acciò che mai non potesse generare figliuoli, e in pregione vilmente finì sua vita; ma le serocchie, morto Arrigo, da Filippo suo fratello furono dilibere di pregione per lo modo che addietro di loro facemmo menzione nella fine del legnaggio di Ruberto Guiscardo.
XVIII
Come Arrigo imperadore si ribellò da la Chiesa e funne persecutore, e com'egli morìo.
Dapoi che Arrigo fece prendere il detto re Guiglielmo, il reame ebbe sanza gran contasto, e tutti quegli che gli erano stati incontro uccise e disperse crudelmente; e quand'elli fu al tutto signore del reame, sì seguì l'orme del padre d'essere ingrato a santa Chiesa, e non solamente ingrato, ma persecutore, che più vescovi e arcivescovi e altri prelati fece nel suo regno morire, occupando le chiese e mettendovi cui a·llui piaceva, e non rispondendo del censo alla Chiesa. Per la qual cosa papa Innocenzo terzo, il quale fu di Campagna e succedette a Celestino, scomunicò il detto Arrigo e' suoi seguaci. E lui regnato nello imperio VIII anni, morì scomunicato nella città di Palermo gli anni di Cristo MCC, e di lui rimase Federigo piccolo fanciullo, come detto è dinanzi, il quale dalla Chiesa, siccome sua madre e buona tutrice, il detto pupillo fu guardo e conservo il suo regno, non guardando al misfatto del padre.
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