Per la qual cosa papa Gregorio manḍ a' Genovesi che co·lloro navilio, alle spese della Chiesa, dovessono levare i detti cardinali e parlati da Nizza, e conducergli per mare a Roma; la quale cosa fu fatta, ch'egli armaro in Genova che galee, e che uscieri, e batti, e barcosi, in quantità di LX legni, onde fu ammiraglio messere Guiglielmo Ubbriachi di Genova. Lo 'mperadore Federigo, il quale non dormia a perseguitare santa Chiesa, manḍ Enzo suo figliuolo bastardo con galee armate del Regno a Pisa, e manḍ a' Pisani che dovessono armare galee, e intendere col detto Enzo a prendere i detti parlati; i quali armaro XL galee di molta buona gente, onde fue ammiraglio messer Ugolino Buzzaccherini di Pisa; e sentendo la venuta de' legni de' Genovesi, si feciono loro incontro tra Porto Pisano e l'isola di Corsica. E cị sentendo i cardinali, e' parlati, e' signori ch'erano in sull'armata de' Genovesi, pregarono l'amiraglio che tenesse la via di fuori dall'isola di Corsica per ischifare l'armata de' Pisani, non sentendo la loro armata con tante galee di corso e da battaglia, e molti legni grossi carichi di cavalli, e d'arnesi, e di cherici, e di gente disutile a battaglia. Messere Guiglielmo Obbriaco, ch'era di nome e di fatto e uomo di testa e di poco senno, non volle seguire quello consiglio, ma per sua superbia e disdegno de' Pisani si volle conducere alla battaglia, la quale fu aspra e dura, ma tosto fu sconfitta l'armata de' Genovesi da' Pisani, onde furono presi i detti legati cardinali e prelati, e molti n'anegaro e gittaro in mare sopra lo scoglio, overo isoletta, che si chiama la Meloria, presso a Porto Pisano, e gli altri ne menarono presi nel Regno, e più tempo gli tenne lo 'mperadore in diverse pregioni; e cị fu gli anni di Cristo MCCXXXVII. Per la qual cosa la Chiesa di Dio ricevette grande danno e persecuzione; e se non fossono i messaggi del re Luis di Francia, e le minacce, se non lasciasse i parlati di suo reame, Federigo non gli avrebbe mai diliberi; ma per paura della forza de' Franceschi, quegli ch'erano rimasi in vita poveramente dilibeṛ di pregione, ma molti ne moriro innanzi per diverse pregioni, fame, e disagi.
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