Per la qual cosa di nicessità quegli che scampati erano s'arendero a pregioni al soldano e a' Saracini, e fu preso il detto re Luis e Carlo conte d'Angiò suo fratello con molti baroni; e morìvi Ruberto conte d'Artese. Ma come piacque a Dio, avuti i Cristiani la detta aversità, il detto Luis e' suoi baroni tosto trovarono pace e redenzione da' Saracini, ché rendendo la città di Dammiata, e pagando CCm di parigini furono liberi; ma Carlo si fuggì colla guardia ch'avea nome Ferzacata. La detta scofitta fue a dì XXVII di marzo, gli anni di Cristo MCCL. E come lo re Luis e gli suoi baroni furono ricomperati, e pagata la detta moneta, si tornarono in ponente; e per ricordanza della detta presura, acciò che vendetta ne fosse fatta o per Luis o per li suoi, lo re Luis fece fare nella moneta del tornese grosso dal lato della pila le bove da pregioni. E nota che quando questa novella venne in Firenze, signoreggiando i Ghibellini, ne feciono festa e falò, secondo che si dice. Lasceremo a parlare de' Franceschi, e torneremo a nostra materia, a dire de' fatti di Firenze, e di Federigo imperadore, e della sua fine.
XXXVII
Come lo re Enzo figliuolo di Federigo imperadore fue sconfitto e preso da' Bolognesi.
Negli anni di Cristo MCCL, del mese di maggio, lo re Enzo figliuolo di Federigo imperadore, essendo rimaso generale vicario e capitano della taglia in Lombardia, venne ad oste sopra la città di Bologna, i quali si teneano colla Chiesa di Roma, ed eravi il legato del papa con gente d'arme al soldo della Chiesa.
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