Nobilitas orti possint resistere morti,
Non foret extintus Federicus qui iacet intus.
E nota che in quello tempo che lo 'mperadore Federigo morìo avea mandato in Toscana per tutti gli stadichi di Guelfi per fargli morire; e andando in Puglia, quando furono in Maremma, seppono novelle della morte di Federigo, le guardie per paura gli lasciarono; i quali ricoverarono in Campiglia, e di là tornarono a Firenze e nell'altre terre di Toscana molto poveri e bisognosi.
XLII
Come il popolo di Firenze rimisono per pace i Guelfi in Firenze.
La notte medesima che morì Federigo imperadore morì il podestà che per lui era in Firenze, ch'avea nome messer Rinieri da Montemerlo, che dormendo nel letto suo gli cadde adosso una volta ch'era sopra la camera, e ciò fu in casa gli Abati. E ciò fu bene segnale che nella città di Firenze dovea morire la sua signoria, e così avenne assai tosto; ché essendo levato popolo in Firenze per le forze e oltraggi de' nobili ghibellini, come avemo detto adietro, e vegnendo in Firenze novelle de la morte del detto Federigo, pochi giorni appresso, il popolo di Firenze rappellò e rimisono in Firenze la parte de' Guelfi che fuori n'erano cacciati, faccendo loro fare pace co' Ghibellini; e ciò fu a dì VII di gennaio, gli anni di Cristo MCCL.
XLIII
Come al tempo del detto popolo i Fiorentini sconfissono i Pistolesi, e poi cacciarono certe case di Ghibellini di Firenze.
Molto esultò la parte della Chiesa e parte guelfa per tutta Italia e per la morte dello 'mperadore, e la parte d'imperio e ghibellina abassò, imperciò che papa Innocenzo tornò d'oltre i monti colla corte a Roma, favorando i fedeli della Chiesa.
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