Il detto Aldobrandino, come piacque a Dio, poco tempo appresso morì in tanta buona fama per le sue virtudiose opere fatte per lo popolo e 'l Comune: per non essere ingrato feciono grande onore al suo corpo e a la sua memoria, che alle spese del Comune feciono fare nella chiesa di Santa Reparata uno monimento di marmo levato più che niuno altro, e in quello soppellire il suo corpo a grande onore; e nel detto sepolcro feciono intagliare questi versi:
Fons est suppremus Aldibrandinus amenusOttoboni natus, a bono civita datus.
E poi dopo la sconfitta da Monte Aperti, tornati i ghibellini in Firenze, e rotto il popolo, certi per empiezza di parte feciono abattere la detta sepultura, e trarne il corpo morto di tre anni passati, e farlo strascinare per la città e gittare a' fossi. E però ancora nota gli atti della fallace fortuna a ricevere la sua memoria indegnamente sì fatta vergogna, dopo tanto degno onore ricevuto per lui a la sua vita e a la sua morte; ma faccendo comparazione a la sua buona fama e opere di virtù, le quali non si possono torre per la fallace ventura, ogni non dovuta vergogna fatta al suo corpo fu corona perpetua della sua buona fama, e obrobrio e vergogna degl'iniqui e malvagi operanti.
LXIII
Come i Fiorentini disfecero la prima volta il castello di Poggibonizzi.
Negli anni di Cristo MCCLVII, essendo podestà di Firenze Matteo da Coreggia di Parma, i Fiorentini avendo sospetto del castello di Poggibonizzi, perché teneano parte ghibellina e d'imperio, ed erano in lega co' Sanesi, che allora nonn-erano amici de' Fiorentini, sì v'andarono i Fiorentini subitamente, e entrati nel castello, presono la terra per disfare le mura e fortezze.
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