Com'asino sape, sì va capra zoppa; così minuzza rape, se 'l lupo no·lla 'ntoppa
; recando poi con savie parole assempro e comparazioni sopra il grosso proverbio, com'era follia di ciò parlare, e come gran pericolo e danno ne potea avenire; e s'altri ch'egli non fosse, mentre ch'egli avesse vita in corpo, colla spada in mano la difenderebbe. Veggendo ciò il conte Giordano, e l'uomo, e della autoritade ch'era messer Farinata, e il suo gran seguito, e come parte ghibellina se ne potea partire e avere discordia, sì·ssi rimase, e intesono ad altro; sicché per uno buono uomo cittadino scampò la nostra città di Firenze da tanta furia, distruggimento, ruina. Ma poi il detto popolo di Firenze ne fu ingrato, male conoscente contra il detto messer Farinata, e sua progenia e lignaggio, come innanzi faremo menzione; ma per la sconoscenza dello ingrato popolo, nondimeno è da commendare e da·ffare notabile memoria del virtudioso e buono cittadino, che fece a guisa del buono antico Cammillo di Roma, come racconta Valerio, e Tito Livio.
LXXXII
Come il conte Guido vicario colla taglia de' Ghibellini di' Toscana andarono sopra Lucca, e ebbono Santa Maria a Monte, e più castella.
Negli anni di Cristo MCCLXI il conte Guido Novello vicario per lo re Manfredi in Firenze, co la taglia di parte ghibellina di Toscana, feciono oste sopra il contado di Lucca del mese di settembre, e furono IIIm cavalieri tra Toscani e Tedeschi, e popolo grandissimo. E ebbono Castello Franco, e Santa Croce, e puosono assedio a Santa Maria a Monte, e a quello stettono per tre mesi; e poi per difalta di vittuaglia s'arendero a patti, salvi avere e persone.
| |
Giordano Farinata Firenze Firenze Farinata Cammillo Roma Valerio Tito Livio Guido Ghibellini Toscana Lucca Santa Maria Monte Cristo MCCLXI Guido Novello Manfredi Firenze Toscana Lucca Toscani Tedeschi Castello Franco Santa Croce Santa Maria Monte
|