Avenne che giunto il re Carlo con sua oste a Fresolone in Campagna, iscendendo verso Cepperano, il detto conte Giordano che a quello passo era a guardia, veggendo venire la gente del re per passare, volle difendere il passo; il conte di Caserta disse ch'era meglio a lasciarne prima alquanti passare, sì gli avrebbono di là dal passo sanza colpo di spada. Il conte Giordano credendo che consigliasse il migliore, aconsentì, ma quando vide ingrossare la gente, ancora volle assalirgli con battaglia; allora il conte di Caserta, il quale era nel trattato, disse che·lla battaglia era di gran rischio, imperciò che troppi n'erano passati. Allora il conte Giordano veggendo sì possente la gente del re, abandonarono la terra e 'l ponte, chi dice per paura, ma i più dissono per lo trattato fatto da·re al conte di Caserta, imperciò ch'egli nonn-amava Manfredi, però che per la sua disordinata lussuria per forza avea giaciuto colla moglie del conte di Caserta, onde da·llui si tenea forte ontato, e volle fare questa vendetta col detto tradimento. E a questo diamo fede, però che furono de' primi egli e' suoi che s'arrenderono al re Carlo, e lasciato Cepperano, non tornaro a l'oste del re Manfredi a San Germano, ma si tennero in loro castella.
VI
Come il re Carlo, avuto il passo di Cepperano, ebbe per forza la terra di San Germano.
Come lo re Carlo e sua oste ebbono preso il passo di Cepperano, presono Aquino sanza contasto, e per forza ebbono la rocca d'Arci, ch'è delle più forti tenute di quello paese; e ciò fatto, si misono a campo coll'oste a San Germano.
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