E ordinò, sì come i suoi nemici, a petto di loro tre schiere principali: la prima schiera era de' Franceschi in quantità di M cavalieri, ond'erano capitani messer Filippo di Monforte e 'l maliscalco di Mirapesce; la seconda lo re Carlo col conte Guido di Monforte, e con molti de' suoi baroni e cavalieri della reina, e co' baroni e cavalieri di Proenza, e Romani, e Campagnini, ch'erano intorno di VIIIIc cavalieri, e le 'nsegne reali portava messer Guiglielmo lo Stendardo, uomo di grande valore; la terza fu guidatore Ruberto conte di Fiandra col suo maestro Gilio maliscalco di Francia, con Fiamminghi, e Bramanzoni, e Annoieri, e Piccardi, in numero di VIIc cavalieri. E di fuori di queste schiere furono gli usciti guelfi di Firenze con tutti gl'Italiani, e furono più di CCCC cavalieri, de' quali molti di loro delle maggiori case di Firenze si feciono cavalieri per mano del re Carlo in su il cominciare della battaglia; e di questa gente, Guelfi di Firenze e di Toscana, era capitano il conte Guido Guerra, e la 'nsegna di loro portava in quella battaglia messer Currado da Montemagno di Pistoia. E veggendo il re Manfredi fatte le schiere, domandò della schiera quarta che gente erano, i quali comparivano molto bene inn-arme e in cavagli e in arredi e sopransegne; fugli detto ch'erano la parte guelfa usciti di Firenze e dell'altre terre di Toscana. Allora si dolfe Manfredi dicendo: "Ov'è l'aiuto ch'io hoe dalla parte ghibellina, ch'io ho cotanto servita, e messo in loro cotanto tesoro?
| |
Franceschi Filippo Monforte Mirapesce Carlo Guido Monforte Proenza Romani Campagnini Guiglielmo Stendardo Ruberto Fiandra Gilio Francia Fiamminghi Bramanzoni Annoieri Piccardi Firenze Italiani Firenze Carlo Guelfi Firenze Toscana Guido Guerra Currado Montemagno Pistoia Manfredi Firenze Toscana Manfredi
|