Ma però i suoi poco duraro, che già erano in volta: incontanente furono sconfitti, e lo re Manfredi morto in mezzo de' nemici, dissesi per uno scudiere francesco, ma non si seppe il certo. In quella battaglia ebbe gran mortalità d'una parte e d'altra, ma troppo più della gente di Manfredi. E fuggendo del campo verso Benevento, cacciati da quegli dell'oste del re Carlo, infino nella terra, che·ssi facea già notte, gli seguirono, e presono la città di Benevento, e quegli che fuggieno. Molti de' baroni caporali del re Manfredi rimasono presi: intra gli altri furono presi il conte Giordano, e messer Piero Asini degli Uberti, i quali il re Carlo mandò in pregione in Proenza, e di là d'aspra morte in carcere gli fece morire. Gli altri baroni pugliesi e tedeschi ritenne in pregione in diversi luoghi nel Regno. E pochi dì apresso la moglie del detto Manfredi e' figliuoli e
la suora, i quali erano in Nocera de' Saracini in Puglia, furono renduti presi al re Carlo, i quali poi morirono in sua pregione. E bene venne a Manfredi e a sue rede la maladizione d'Iddio, e assai chiaro si mostrò il giudizio d'lddio in lui, perch'era scomunicato e nimico e persecutore di santa Chiesa. Nella sua fine, di Manfredi si cercò più di tre giorni, che non si ritrovava, e non si sapea se fosse morto, o preso, o scampato, perché nonn-avea avuto a la battaglia indosso armi reali. Alla fine per uno ribaldo di sua gente fu riconosciuto per più insegne di sua persona in mezzo il campo ove fu la battaglia. E trovato il suo corpo per lo detto ribaldo, il mise traverso in su uno asino, vegnendo gridando: "Chi acatta Manfredi, chi acatta Manfredi?
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