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      ; i quali XXXVI erano allora al consiglio insieme nella bottega ove i consoli di Calimala teneano ragione sotto casa i Cavalcanti in Mercato Nuovo. Sentendo ciò i XXXVI si partirono dal consiglio, e incontanente si levò la terra a romore, e serrarsi le botteghe, e ogni uomo fu a l'arme. Il popolo si ridusse tutto nella via larga di Santa Trinita, e messer Gianni de' Soldanieri si fece capo del popolo per montare inn-istato, non guardando al fine, che dovea riuscire a sconcio di parte ghibellina e suo dammaggio, che sempre pare sia avenuto in Firenze a chi s'è fatto capo di popolo; e così armati a piè di casa i Soldanieri s'amassarono i popolani in grandissimo numero, e feciono serragli a piè della torre de' Girolami. Il conte Guido Novello con tutta la cavalleria e con grandi Ghibellini di Firenze furono in arme e a cavallo in su la piazza di San Giovanni, e mossonsi per andare contro al popolo, e schierarsi a la 'ncontra del serraglio in su i calcinacci delle case de' Tornaquinci, e feciono vista e saggio di combattere, e alcuno Tedesco a cavallo si mise infra il serraglio; il popolo francamente si tenne difendendo colle balestra, e gittando dalle torri e case. Veggendo ciò il conte, che non poteano diserrare il popolo, volse le 'nsegne, e con tutta la cavalleria ritornò in su la piazza di San Giovanni, e poi venne al palagio nella piazza di San Pulinari, ov'erano le due podestadi, messer Catalano e messer Loderigo frati godenti, e tenea la cavalleria da porte San Piero infino a San Firenze.


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Nuova cronica
Tomo Primo
di Giovanni Villani
pagine 501

   





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