Intra gli altri fu questo l
'uno, che la detta contrada è molto sabbionosa, e quando è secco fa molta polvere: onde i Saracini quando traeva vento contra l'oste de' Cristiani, in grandissimo numero di loro genti stavano in su' monti ov'era il detto sabbione, calpitandolo co' cavalli e co' piedi il facevano muovere, onde facea all'oste molta molestia e affanno; ma piovendo acqua da cielo cessò la detta pestilenzia, e lo re Carlo co' Cristiani, apparecchiati difici di diverse maniere per mare e per terra, si strinse per combattere la città di Tunisi; e di certo si disse, s'avessono seguito, in brieve tempo avrebbono avuta la terra per forza, o il re di Tunisi co' suoi Turchi e Arabi l'avrebbe abandonata.
XXXVIII
Come il re Carlo patteggio accordo col re di Tunisi e partissi lo stuolo.
Lo re di Tunisi co' suoi Saracini veggendo in mal punto, e temendo di perdere la città e 'l paese d'intorno, si feciono cercare pace col re Carlo, e cogli altri signori con grandi e larghi patti, a la qual pace il re Carlo intese e diede compimento per lo 'nfrascritto modo: prima, che tutti i Cristiani ch'erano pregioni in Tunisi, o in tutto quello reame, fossono liberi, e che monisteri e chiese per gli Cristiani si potessono edificare, e in quelle l'oficio sacro si potesse celebrare; e che per gli frati minori e predicatori e per altre persone eclesiastiche si potesse liberamente predicare il Vangelio di Cristo; e qual Saracino si volesse battezzare e tornare alla fede di Cristo, liberamente il potesse fare; e tutte le spese che i detti re avessono fatte pienamente fossono loro rendute; e oltre a·cciò il re di Tunisi fosse tributario di dare ogni anno a Carlo re di Cicilia XXm dobble d'oro, e molti altri patti, che sarebbono lunghi a dire.
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