E ciò fatto, col figliuolo del detto re di Buem fece pace, faccendolsi prima venire a misericordia; e stando il re Ridolfo in sedia in uno grande fango, e quello di Buem stava dinanzi a·llui ginocchione innanzi a tutti i suoi baroni; ma poi lui riconciliato, il re Ridolfo gli diede la figliuola per moglie, e rendégli il reame; e ciò fu a dì XXVI d'agosto del detto anno. Questo re Ridolfo fu di grande affare, e magnanimo, e pro' in arme, e bene aventuroso in battaglie, molto ridottato dagli Alamanni e dagli Italiani; e se avesse voluto passare in Italia, sanza contasto n'era signore. E mandocci suoi ambasciadori l'arcivescovo di Trievi, e fu in Firenze negli anni MCCLXXX, significando sua venuta, onde i Fiorentini non sapeano che si fare; e se fosse passato, di certo l'avrebbono ubbidito. E lo re Carlo, ch'era così possente signore, il temette forte; e per essere bene di lui, diede a Carlo Martello, figliuolo del figliuolo, la figliuola del detto re Ridolfo per moglie.
LVI
Come il cardinale Latino per mandato del papa fece la pace tra' Guelfi e' Ghibellini di Firenze, e tutte l'altre della città.
In questi tempi i grandi Guelfi di Firenze riposati delle guerre di fuori con vittorie e onori, e ingrassati sopra i beni de' Ghibellini usciti, e per altri loro procacci, per superbia e invidia cominciarono a riottare tra·lloro, onde nacquero in Firenze più brighe e nimistadi tra' cittadini, mortali, e di fedite. Intra l'altre maggiori era la briga tra·lla casa degli Adimari dall'una parte, ch'erano molto grandi e possenti, e dall'altra parte i Tosinghi, e la casa de' Donati, e quella de' Pazzi legati insieme contro agli Adimari, per modo che quasi tutta la città n'era partita, e chi tenea coll'una parte e chi coll'altra; onde la città e parte guelfa n'era in grande pericolo.
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