e, e quasi tutte s'osservarono, e la città di Firenze ne dimorò buono tempo in pacifico e buono e tranquillo stato. E fece e ordinò il detto legato al governamento comune della città XIIII buoni uomini grandi e popolani, che gli VIII erano Guelfi e VI Ghibellini, e durava il loro uficio di due in due mesi con certo ordine di loro elezione; e raunavansi in su la casa della Badia di Firenze sopra la porta che va a Santa Margherita, e tornavansi a dormire e a desinare alle loro case. E ciò fatto, il detto cardinale Latino con grande onore si tornò in Romagna alla sua legazione. Lasceremo alquanto de' fatti di Firenze, e diremo d'altre novità ch'avennero in questi tempi, e spezialmente della rubellazione dell'isola di Cicilia al re Carlo, la quale fu notabile e grande, onde poi seguì molto male, e fu quasi cosa maravigliosa e impossibile, e però la tratteremo più distesamente.
LVII
Come fu il trattato e tradimento che l'isola di Cicilia fosse rubellata al re Carlo.
Ne' detti tempi, cioè negli anni di Cristo MCCLXXVIIII, lo re Carlo re di Gerusalem e di Cicilia era il più possente re e il più ridottato in mare e in terra, che nullo re de' Cristiani; e per lo suo grande stato e signoria imprese (a petizione dello imperadore Baldovino suo genero, il quale era stato scacciato dello 'mperio di Gostantinopoli per Paglialoco imperadore de' Greci) di fare uno grande passaggio e maraviglioso per prendere e conquistare il detto imperio, con intendimento ch'avendo lo 'mperio di Gostantinopoli assai gli era appresso di raquistare Gerusalem e la Terrasanta; e ordinò e mise in concio d'armare più di C galee sottili di corso, e XX navi grosse; e fece fare CC uscieri da portare cavagli, e più altri legni passaggeri grande numero.
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