Il Paglialoco, tutto che ciò gli paresse impossibile, conoscendo la potenzia del re Carlo, e com'era ridottato più ch'altro signore, quasi come disperato d'ogni salute e soccorso, seguì il consiglio del detto messer Gianni, e fecegli lettere come gli ordinò il detto messer Gianni, e mandò co·llui in ponente suoi ambasciadori con molti ricchi gioelli, e di moneta gran tesoro. E arrivando messer Gianni cogli ambasciadori del Paglialoco sagretamente in Cicilia, e' scoperse il detto trattato a messere Alamo da Lentino, e a messere Palmieri Abate, e a messer Gualtieri di Catalagirona, i maggiori baroni dell'isola, gli quali non amavano lo re Carlo né sua signoria; e da' detti prese lettere a lo re di Raona, raccomandandosi che per Dio gli traesse di servaggio, e promettendo di volerlo per loro signore. E ciò fatto, il detto messer Gianni venne in corte di Roma sconosciuto a guisa di frate minore, e tanto adoperò, ch'egli parlò a papa Niccola III degli Orsini al segreto a uno suo castello che si chiamava Soriana, e manifestogli il suo trattato; e da parte del Paglialoco, raccomandandolo alla sua signoria, e presentò a·llui e a messer Orso del suo tesoro riccamente, secondo che per gli più si disse e si trovò la verità, commovendolo segretamente colla detta moneta contro al re Carlo.
E con questo agiunse cagione, perché lo re Carlo non s'era voluto imparentare co·llui, come adietro facemmo menzione; onde il detto papa in segreto e palese sempre adoperò contro al re Carlo, mentre visse in sul papato, e sturbò quello anno il detto passaggio di Gostantinopoli, non ategnendo al re Carlo l'aiuto e promessa di moneta e d'altro che gli avea fatta la Chiesa.
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