In questo tempo, parendo a quegli di Palermo e agli altri Ciciliani avere mal fatto, e sentendo l'apparecchiamento che il re Carlo facea per venire sopra loro, ś mandarono loro ambasciadori frati e religiosi a papa Martino, dimandandogli misericordia, proponendo in loro ambasciata solamente: "Agnus Dei qui tollis peccata mundi, miserere nobis; Agnus Dei qui tollis peccata mundi, miserere nobis; Agnus Dei qui tollis peccata mundi, dona nobis pacem". E il papa in pieno concestoro fece loro questa risposta, sanza altre parole, che questo è scritto nel Passio Domini: "Ave rex Iudeorum, et dabant ei alapam. Ave rex Iudearum, et dabant ei alapam. Ave rex Iudeorum, et dabant ei alapam". Onde si partirono molto sconsolati.
LXIV
Dell'aiuto che 'l Comune di Firenze manḍ al re Carlo.
Il Comune di Firenze manḍ in aiuto del re Carlo cinquanta cavalieri di corredo, e cinquanta donzelli gentili uomini di tutte le case di Firenze per farli cavalieri, e con loro compagnia furono Vc bene a cavallo e in arme, e loro capitano fu per lo Comune il conte Guido da Battifolle della casa de' conti Guidi, e giunsono a la Catona in Calavra, quando lo re v'era con sua oste e stuolo per valicare a Messina, onde lo re si tenne dal Comune di Firenze riccamente servito, e ricevette la detta cavalleria graziosamente; e molti di loro fece cavalieri, e servirlo mentre dimoṛ a Messina alle spese del detto Comune. E portovvi il detto conte e capitano il padiglione grande del Comune di Firenze, il quale rimase alla partita da Messina, e' Missinesi il misono per ricordanza nella loro grande chiesa.
| |
Palermo Ciciliani Carlo Martino Agnus Dei Agnus Dei Passio Domini Iudeorum Iudearum Iudeorum Comune Firenze Carlo Comune Firenze Carlo Firenze Comune Guido Battifolle Guidi Catona Calavra Messina Comune Firenze Messina Comune Comune Firenze Messina Missinesi
|