LXXII
Come lo re Carlo tenne suo consiglio, e rispuose al re d'Araona per sua lettera.
Come i detti ambasciadori furono nel campo e oste del re Carlo, e date loro lettere, e sposta l'ambasciata al re Carlo e a tutti suoi baroni, tennero sopra cị consiglio, e parve uno grande orgoglio e dispetto quello che 'l re d'Aragona avea mandato a dire al maggiore o de' maggiori re de' Cristiani, e egli era di ś piccolo affare; e queste parole furono del conte di Monforte, dicendo che contro a·llui si volea fare gran vendetta. Il conte di Brettagna consiglị che il re Carlo gli rispondesse per sua lettera, comandandogli che sgombrasse l'isola, appellandolo come traditore, e disfidandolo; e coś fu preso di fare. E la somma della lettera la quale manḍ il re Carlo fu in questa forma.
LXXIII
Come lo re Carlo rispuose per sua lettera al re d'Araona.
Carlo per la Dio grazia di Gerusalem e di Cicilia re, prenze di Capova, d'Angị e di Folcalchieri e di Proenza conte, a te Piero d'Aragona re, e di Valenza conte.
Maravigliamo molto come fosti ardito di venire in su il reame di Cicilia, giudicato nostro per l'autorità di santa Chiesa di Roma; e peṛ ti comandiamo che, veduta questa lettera, ti debbi partire del reame nostro di Cicilia, ś come malvagio traditore d'Iddio e di santa Chiesa; e se cị non facessi, disfidianti siccome nostro nemico e traditore, e di presente ci vedrete venire in vostro dammaggio, peṛ che disideriamo di vedere voi e vostra gente colle nostre forze".
LXXIV
Come il re d'Araona manḍ il suo amiraglio per prendere il navilio del re Carlo.
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