Negli anni di Cristo MCCLXXXIIII, del mese di luglio, i Pisani non istanchi delle sconfitte avute da' Genovesi, come di sopra avemo fatta menzione, feciono loro isforzo per vendicarsi delle 'ngiurie ricevute da' Genovesi, e armarono, tra di loro genti e di soldati toscani e altri, da LXX galee, onde fu amiraglio messer Benedetto Buzacherini, e andarono insino nel porto di Genova, e in quello stettero, e balestrarono, com'altra volta aveano fatto, quadrella d'argento, e feciono grande onta e soperchio a' Genovesi, e presono più barche e altri legni, e rubarono e guastarono in più parti della riviera, e con grande pompa e romore, essendo nel porto di Genova, richiesono i Genovesi di battaglia. I Genovesi non ordinati né disposti alla battaglia, però ch'aveano disarmate le loro galee, con leggiadra e signorile risposta feciono loro iscusa, e dissono che perch'eglino combattessono co·lloro, e vincessongli nel loro porto e contrada, non avrebbono fatta loro vendetta né sarebbe loro onore, ma ch'eglino si tornassono al loro porto, e eglino si metterebbono in concio, e sanza indugio gli verrebbono a vedere, e sarebbono signori della battaglia. E così fu fatto, che' Pisani si partirono faccendo grandi grida, di rimprocci e schernie de' Genovesi, e tornaronsi in Pisa. I Genovesi sanza indugio niuno armarono CXXX tra galee e legni, e suso vi montarono tutta la buona gente di Genova e della riviera, ond'era amiraglio messer Uberto Doria, e del mese d'agosto vegnente vennero colla detta armata nel mare di Pisa.
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