Avenne, come piacque a·dDio, che 'l prenze figliuolo del re Carlo ch'era in Napoli con tutta la sua baronia, Franceschi, e Provenzali, e del Regno, veggendosi così oltraggiare da' Ciciliani e Catalani, a furia sanza ordine o provedimento montarono in galee, così i cavalieri come le genti di mare in compagnia del prenze, eziandio contro al comandamento spresso che il re Carlo avea fatto al figliuolo, che per niuno caso che incorresse si mettesse a battaglia infino alla sua venuta. E così disubidiente e male ordinato si mise con XXXV galee e più altri legni con tutta la sua cavalleria alla battaglia fuori del porto di sopra a Napoli. Ruggieri di Loria maestro di guerra percosse colle sue galee vigorosamente, amonendo i suoi che non intendessono a niuna caccia, ma lasciassono fuggire chi volesse, ma solamente attendessono alla galea dello stendale, ov'era la persona del prenze con molti baroni, e così fu fatto; ché come le dette armate galee si percossono insieme, più galee di quegli di Principato, e spezialmente quelle di Surrenti, sì diedono la volta e tornaronsi a Surrenti, e per simile modo feciono grande parte delle galee di Principato. Il prenze rimaso alla battaglia colla metà delle sue galee, ov'erano i baroni e' cavalieri, che di battaglia di mare s'intendeano poco, tosto furono isconfitti e presi con VIIII delle loro galee; e il prenze Carlo in persona con molta baronia furono presi e menati in Cicilia, e furono messi in pregione in Messina nel castello di Mattagrifone.
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