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      Lo re Piero d'Araona sentendosi venire adosso sì fatto esercito, si provide di non mettersi a battaglia campale, però che·lla sua forza era niente apo quella del re di Francia; ma di stare alle difese, e guardare i passi; e aveva fornito e afforzato il passo delle Schiuse, onde si valicavano le dette montagne di gente d'arme; e egli in persona v'era alla guardia a tende e a padiglioni per non lasciare passare l'oste del re di Francia. E a quella contesa stette l'oste de' Franceschi più dì, che in nulla guisa poteano passare; alla fine il re di Francia per consiglio del bastardo di Rossiglione fece armare tutta la sua gente, e fece vista di combattere il detto passo. E una mattina molto per tempo il detto re con parte di sua gente, alla guida del detto bastardo, tennero per altro camino su per le montagne, lasciando il più di sua oste e tutti i suoi arnesi incontro al passo delle Schiuse, e tennero per aspre e diverse vie piene di spine e di pietre, le quali erano impossibili a potersi fare per gente umana, e onde Piero d'Araona non si prendea guardia; ma alla fine con grande affanno, e perdendo e guastando molti di loro cavagli, furono di sopra alla detta montagna. Piero d'Araona veggendo che 'l re di Francia gli era al di sopra del passo, abbandonò la speranza di quello, e partissi con tutta sua gente, lasciando le tende e gli arnesi, e tornossi adietro in sue terre, e lasciò il detto passo. Allora tutta la gente ch'era rimasa a piè del passo nel campo del re di Francia con loro somieri e arnesi e bestiame passarono per lo detto passo sanza contrario niuno, e vennero là dov'era il re di Francia, la quale oste stette in su le montagne tre giorni con grande difalta di vittuaglia.


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Nuova cronica
Tomo Primo
di Giovanni Villani
pagine 501

   





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