E lui partito, venne in Firenze novella che·lle masnade d'Arezzo s'apparecchiavano d'andare in sul contado di Siena per impedire o fare vergogna al detto prenze Carlo, il quale ave' piccola compagnia di gente d'arme. Incontanente i Fiorentini feciono cavalcare i cavalieri delle cavallate, ove furono tutto il fiore della buona gente di Firenze e' soldati ch'erano in Firenze, e furono in quantità di VIIIc cavalieri e IIIm pedoni per accompagnare il detto prenze; onde il prenze l'ebbe molto per bene di sì onorato servigio, e sùbito e non richesto soccorso di tanta buona gente, e con tutto che non facesse bisogno; ché sentito per gli Aretini la cavalcata de' Fiorentini, non s'ardirono d'andarvi; ma però i Fiorentini accompagnarono il detto prenze infino di là da la Bricola a' confini del contado di Siena e d'Orbivieto. E adomandato per lo Comune di Firenze al prenze uno capitano di guerra, e che confermasse loro di portare in oste la 'nsegna reale, dal prenze fu accettato, e fece cavaliere Amerigo di Nerbona grande gentile uomo, e prode e savio in guerra, e diello loro per capitano; il quale messer Amerigo con sua compagnia, intorno di C uomini a cavallo, venne in Firenze colla detta cavalleria, e il prenze n'andò a corte, e dal papa Niccola IIII e da' suoi cardinali onorevolemente fu ricevuto; e il dì della Pentecosta vegnente, a dì XXVIIII di maggio MCCLXXXVIIII, nella città di Roma fu dal detto papa coronato il detto Carlo re di Cicilia e di Puglia con grande onore, solennità e festa, e dalla Chiesa fattegli molte grazie e grandi presenti di gioielli e di moneta, e susidii di decime per aiuto della guerra di Cicilia.
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