E raunata la detta oste, scesono nel piano di Casentino guastando le terre del conte Guido Novello, ch'era podestà d'Arezzo. Sentendo ciò il vescovo d'Arezzo, cogli altri capitani di parte ghibellina, che assai v'aveva de' nominati, presono partito di venire con tutta loro oste a Bibbiena, perché non ricevesse il guasto, e furono VIIIc cavalieri e VIIIm pedoni, molto bella gente, e di molti savi capitani di guerra ch'avea tra·lloro, che v'era il fiore de' Ghibellini di Toscana, della Marca, e del Ducato, e di Romagna, e tutta gente costumati in arme e in guerra; sì richiesono di battaglia i Fiorentini, non temendo perché i Fiorentini fossono due cotanti cavalieri di loro, ma dispregiandogli, dicendo che·ssi lisciavano come donne, e pettinavano le zazzere, e gli aveano a schifo e per niente. Bene ci fu anche cagione perché gli Aretini si misono a battaglia co' Fiorentini, essendo due cotanti cavalieri di loro, per tema d'uno trattato che 'l vescovo d'Arezzo avea tenuto co' Fiorentini, menato per messer Marsilio de' Vecchietti, di dare in guardia a' Fiorentini Bibbiena, Civitella, e tutte le castella del suo vescovado, avendo ogn'anno a sua vita Vm fiorini d'oro, sicuro in su la compagnia de' Cerchi. il quale trattato messer Guiglielmino Pazzo suo nipote isturbò, perché il vescovo non fosse morto da' caporali ghibellini; e però avacciarono la battaglia, e menarvi il detto vescovo, ov'egli rimase morto cogli altri insieme; e così fu pulito del suo tradimento il vescovo, ch'a un'ora trattava di tradire i Fiorentini e' suoi Aretini.
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