E in quello tempo i Pisani feciono rubellare a' Samminiatesi il castello di Vignale in Camporena, onde v'andarono ad oste le tre sestora de' cavalieri di Firenze, con molto popolo, gittandovi difici. Alla fine non potendosi più tenere, e non avendo soccorso da' Pisani, una notte ch'era una grande fortuna di tempo, se n'uscirono quegli del castello sani e salvi per mezza l'oste de' Fiorentini, onde a quegli che v'erano fu recato a grande vergogna. Per la qual cosa s'ordinò in Firenze generale oste sopra Pisa, e diedonsi le 'nsegne, e messer Corso Donati ebbe la reale; ma qual si fosse la cagione, non seguì, onde in Firenze n'ebbe grande ripitio, dicendosi che certi grandi n'aveano avuti danari da' Pisani; per la qual cosa, e sollecitudine di messer Vieri de' Cerchi allora capitano di parte, si rifece la detta oste, e andossi insino a Castello del Bosco, e là attendati, venne in VIII dì continui tanta pioggia, che per necessità si ritornò la della oste addietro, e appena si poterono ricogliere e stendere.
CXLIX
Come la città di Forlì in Romagna fu presa per Maghinardo da Susinana.
Nel detto anno, essendo tutta la contea di Romagna all'obedienza di santa Chiesa sotto la guardia del vescovo d'Arezzo che n'era conte per lo papa, Maghinardo da Susinana con certi gentili e grandi uomini di Romagna per furto presono la città di Forlì, e in quella presono il conte Aghinolfo da Romena co' figliuoli, il quale era fratello del detto conte e vescovo d'Arezzo, e assediò il detto conte e vescovo in Cesena, onde surse grande guerra in Romagna.
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