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      E in Firenze stette più di XX dì, attendendo il re suo padre e' frategli, e da' Fiorentini gli fu fatto grande onore, e egli mostrò grande amore a' Fiorentini, onde ebbe molto la grazia di tutti. E venuto il re Carlo, e Ruberto, e Ramondo, e Giovanni suoi figliuoli in Firenze col marchese di Monferrato, che dovea avere per moglie la figliuola del re, fatti in Firenze più cavalieri, e ricevuto molto onore e presenti da' Fiorentini, il re con tutti i figliuoli si tornò a corte di papa e poi a Napoli. E ciò fatto, e messo a seguizione per lo papa e per lo re Carlo tutto il contratto della pace, don Giamo si partì di Cicilia e andossene in Araona, e del reame si fece coronare; ma di cui si fosse la colpa, o del papa o di don Giamo, il re Carlo si trovò ingannato, che dove lo re Carlo si credette riavere l'isola di Cicilia a queto, partitosene don Giamo, Federigo sequente suo fratello vi rimase signore, e a' Ciciliani se ne fece coronare contra volontà della Chiesa dal vescovo di Cefalona, onde il papa mostrò grande turbazione contro al re d'Araona e Federigo suo fratello, e fecelo citare a corte, il quale re Giamo vi venne l'anno appresso, come innanzi faremo menzione.
     
      XIV
     
     
      Come la parte guelfa furono per forza cacciati di Genova.
     
      Nel detto anno si cominciò grande guerra tra' cittadini di Genova, tra la parte guelfa, ond'erano capo i Grimaldi, e la parte ghibellina, ond'eran capo gli Ori e Spinoli; e ciò parve che si scoprisse per invidia tra·lloro, e per la signoria della terra: ché la state medesima aveano fatta la più grande e la più ricca armata in mare sopra i Viniziani che mai facesse Comune, che più di CLX galee furono, sanza gli altri legni grossi e sottili, che furono più di C, e ciascuna parte e casato armando a gara l'uno dell'altro si sforzaro; e allora fu Genova e il suo podere nel maggiore colmo ch'ella fosse mai, che poi sempre vennono calando.


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Nuova cronica
Tomo Secondo
di Giovanni Villani
pagine 616

   





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