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      I Fiamminghi ch'erano aserrati e forti in su la proda del fosso, veggendo traboccare i Franceschi e' loro cavagli, non intendeano ad altro che amazzare i cavalieri, e' loro cavagli isfondare e isbudellare, sicché in poco d'ora non solamente fu ripieno il fosso d'uomini e di cavagli, ma fatto gran monte di carogna di quegli. Ed era sì fatto giudicio, che' Franceschi non poteano dare colpo a' loro nemici, ma eglino medesimi afollavano, e uccideano l'uno l'altro per lo pignere che faceano, credendo per urtare rompere i Fiaminghi. Quando i Franceschi furono quasi tutte loro schiere radossati l'uno sopra l'altro, e confusi per modo che per loro medesimi convenia o che traboccassono co' loro cavagli, o fossono sì stretti e annodati a schiera che non si poteano reggere, né andare innanziné tornare adietro, i Fiaminghi ch'erano freschi, e poco travagliati i capi de' corni de la loro schiera, onde dell'uno era capitano messer Guido di Fiandra, e dell'altro messer Guiglielmo di Giulieri, gli quali in quello giorno feciono maraviglie d'arme di loro mano, essendo a piè, passaro il fosso, e rinchiusono i Franceschi, per modo che uno vile villano era signore di segare la gola a' più gentili uomini. E per questo modo furono sconfitti e morti i Franceschi, che di tutta la sopradetta nobile cavalleria non iscampò se non messer Luis di Chiermonte, e il conte di San Polo, e quello di Bologna con pochi, perché si disse che non si strinsono al fedire; onde sempre portarono poi grande onta e rimproccio in Francia.


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Nuova cronica
Tomo Secondo
di Giovanni Villani
pagine 616

   





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