E fornito lo re, e apparecchiata la sua grande e ricca oste, si mosse da Parigi, e del mese di settembre presente del detto anno MCCCII, fue ad Arazzo in Artese con pių di Xm cavalieri, e con pių di LXm pedoni; e in Italia mandō per messer Carlo di Valos suo fratello, che rimossa ogni cagione dovesse tornare in Francia; e cosė fece poco appresso. I Fiaminghi sentendo l'apparecchio e venuta del re di Francia, mandaro in Namurro per lo conte messer Gianni figliuolo del conte di Fiandra, e maggiore di messer Guido, il quale era molto savio e valente; e lui venuto, il feciono loro generale capitano dell'oste, e come gente calda, e baldanzosa della vittoria da Coltrai, s'apparecchiaro di tende, e padiglioni, e trabacche, con tutto che assai aveano di quelle de' Franceschi; e ciascuna terra e villa per sé si soprasegnaro di soprasberghe e d'arme, e ciascuno mestiere per sé, e raunarsi a Doai, e furono pių di LXXXm uomini a pič bene armati e soprasegnati, e con tanto carreggio che portava il loro arnese, che copria tutto il paese, e in somma era a vedere la pių bella e ricca oste di gente a pič, che mai fosse tra' Cristiani. Lo re di Francia colla sua grande e nobile oste uscė fuori d'Arazzo per entrare in Fiandra, e acampossi a una villa che si chiama Vetri, tra Doai e Arazzo, e era sė grande, che tenea di giro pių di X miglia. I Fiaminghi come franca gente, e bene guidati e condotti, non attesero l'oste a Doai, ma uscirono di Doai, e s'afrontarono incontro a l'oste del re, gridando dė e notte: "Battaglia, battaglia!
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