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      , e innanimati di combattere, e sovente aveano insieme scarmugi e badalucchi, e non v'avea Fiammingo a piè con suo godendac in mano che non attendesse il cavaliere francesco, per la baldanza presa sopra loro, e' Franceschi per contradio inviliti. E ciò fu del mese d'ottobre, nel quale cominciò grandi piogge, e 'l paese è pieno di paduli e di fosse, e sempre terreno che mai non si puote osteggiare il verno; onde il carreggio del re ch'aducea la vivanda all'oste per li fondati cammini non poteano venire, né i cavalieri co·lloro cavalli apena uscire del campo. Per la quale confusione l'oste del re venne in tanti difetti, e di vittuaglia e d'altro, che non poterono più tenere campo, e convenne che di necessità si levasse da oste, con sua grande onta e vergogna, faccendo triegua per uno anno: e tornossi addietro ad Arazzo, e poi a Parigi, con grande spendio, e con grande mortalità de' suoi cavagli. Alcuno disse in Francia che intra l'altre cagioni della partita dell'oste del re fu per inganno del re Adoardo d'Inghilterra, il quale amava i Fiaminghi, e per favoragli disse a la moglie, la quale era serocchia del re di Francia, in segreto segacemente e con frode: "Io temo che 'l re di Francia non riceva vergogna e pericolo in questa oste, ch'io sento che vi sarà tradito da certi suoi baroni medesimi". La reina prese a vero la parola, e incontanente la significò al re di Francia suo fratello, ond'egli entrò in sospetto e gelosia de' suoi baroni, ma non sapea di cui, e partissi per lo modo che detto avemo con onta e vergogna: e potrebbe esser stata l'una cagione e l'altra della sua partita.


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Nuova cronica
Tomo Secondo
di Giovanni Villani
pagine 616

   





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