E 'l detto legato vegnendo nella città di Parigi, il re non gli lasciò piuvicare le sue lettere e privilegi, anzi gliele tolse la gente del re, e accomiatarlo del reame. E venute le dette lettere papali innanzi al re e suoi baroni al tempio, il conte d'Artese, ch'allora vivea, per dispetto le gittò nel fuoco e arsele, onde grande giudicio glie n'avenne, e lo re ordinò di fare guardare tutti i passi di suo reame, che messo o lettere di papa non entrasse in Francia. Sentendo ciò papa Bonifazio, iscomunicò per sentenzia il detto Filippo re di Francia. E lo re di Francia per giustificare sé, e per fare suo appello, fece in Parigi uno grande concilio di cherici e prelati e di tutti i suoi baroni, discusando sé, e opponendo a papa Bonifazio più accuse con più articoli di resia, e simonia, e omicidia, ed altri villani peccati, onde di ragione dovea esser disposto del papato. Ma l'abate di Cestella non volle consentire all'apello, anzi si partì, e tornossi in Borgogna, male del re di Francia: e per così fatto modo si cominciò la discordia da papa Bonifazio al re di Francia, la quale ebbe poi male fine; onde poi nacque grande discordia tra·lloro, e seguìne molto male, come appresso faremo menzione. In questi tempi avenne in Firenze una cosa bene notabile, che avendo papa Bonifazio presentato al Comune di Firenze uno giovane e bello leone, ed essendo nella corte del palagio de' priori legato con una catena, essendovi venuto uno asino carico di legne, veggendo il detto leone, o per paura che n'avesse, o per lo miracolo, incontanente assalì ferocemente il leone; con calci tanto il percosse, che l'uccise, non valendoli l'aiuto di molti uomini ch'erano presenti.
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