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      Questo messer Niccolao cardinale della terra di Prato era frate predicatore, molto savio di Scrittura e di senno naturale, sottile, e sagace, e aveduto, e grande pratico, e di progenia de' Ghibellini era nato, e mostrossi poi che molto gli favorò, con tutto ch'a la prima mostrò d'avere buona intenzione e comune. Come fu in Firenze, in piuvico sermone e predica nella piazza di San Giovanni mostrò i privilegi de la sua legazione, ed ispuose il suo intendimento ch'avea, per comandamento del papa, di pacificare i Fiorentini insieme. I buoni uomini popolani che reggeano la terra, parendo loro stare male per le novità e romori e battaglie ch'aveano in que' tempi mosse e fatte i grandi contro al popolo per disfarlo e abattere, sì·ss'acostarono col cardinale a volere pace, e per riformagione degli opportuni consigli gli diedono piena e libera balìa di fare pace tra' cittadini d'entro e' loro usciti di fuori, e di fare i priori e' gonfalonieri e signorie de la terra a sua volontà. E ciò fatto, intese a procedere e a fare fare pace tra' cittadini, e rinnovò l'ordine di XVIIII gonfalonieri de le compagnie al modo dell'antico popolo vecchio, e chiamò i gonfalonieri, e diè loro i gonfaloni al modo e insegne che sono oggi, sanza rastrello della 'nsegna del re di sopra; per la quale nuova informazione del cardinale il popolo si riscaldò e raforzò molto, e' grandi n'abassaro, e mai non finaro di cercare novitadi e opporre al cardinale per isturbare la pace, perché i Bianchi e' Ghibellini non avessono stato né podere di tornare in Firenze, e per potere godere i beni loro messi in Comune per ribelli, e in città e in contado.


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Nuova cronica
Tomo Secondo
di Giovanni Villani
pagine 616

   





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