Per tutto questo il cardinale non lasciò di procedere a la pace, per l'aiuto e favore ch'avea dal popolo, e fece venire in Firenze XII sindachi degli usciti, due per sesto, uno de' maggiori Bianchi e uno Ghibellino, i nomi de' quali sono questi [...] e fecegli albergare nel borgo di San Niccolò, e·legato albergava ne' palazzi de' Mozzi da San Grigorio, e sovente gli avea a consiglio co' caporali guelfi e neri di Firenze, per trovare i modi e sicurtà de la pace, e ordinare parentadi tra gli usciti e' grandi d'entro. In questi trattati, a' possenti Guelfi e Neri parea a·lloro guisa che 'l cardinale sostenesse troppo la parte de' Bianchi e de' Ghibellini; ordinarono sottilmente per iscompigliare il trattato di mandare una lettera contrafatta col suggello del cardinale a Bologna e in Romagna agli amici suoi Bianchi e Ghibellini, che rimossa ogni cagione e indugio, dovessono venire a·fFirenze con gente d'arme a cavallo e a piè in suo aiuto; e chi disse pure, che fue vero, che 'l cardinale vi mandò; onde di quella gente venne infino a Crespino, e di tali in Mugello. Per la quale venuta in Firenze n'ebbe grande sombuglio e gelosia, e·legato ne fu molto ripreso e infamato: o avesse colpa o no, se ne disdisse al popolo. Per questa gelosia, e ancora per tema ch'ebbono d'essere offesi i XII sindachi bianchi e ghibellini, si partirono di Firenze, e andarsene ad Arezzo, e la gente che veniva al legato per suo comandamento si tornarono adietro a Bologna e in Romagna, e raquetarono la gelosia alquanto in Firenze.
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