Ma egli s'arestarono la notte ad albergo a la Lastra e a Trespiano infino a Fontebuona per attendere messer Tolosato degli Uberti capitano di Pistoia, il quale facea la via a traverso dell'alpe con CCC cavalieri pistolesi e soldati, e con molti a piede; e veggendo la mattina che non venia, gli usciti di Firenze si vollono studiare di venire a la terra, credendolasi avere sanza colpo di spada; e così feciono, lasciando i Bolognesi a la Lastra, che per loro viltà, o forse perché a' Guelfi ch'erano tra·lloro non piacea la 'mpresa: vegnendo l'altra gente, entraro nel borgo di San Gallo sanza nulla contasto, che allora non erano a la città le cerchie delle mura nuove, né' fossi, e le vecchie mura erano schiuse e rotte in più parti. E entrati dentro a' borghi, ruppono uno serraglio di legname con porta fatto nel borgo, il quale fue abandonato da' nostri e non difeso, del quale gli Aretini trassono il chiavistello della detta porta, e per dispetto de' Fiorentini il portarono ad Arezzo, e puosollo nella loro chiesa maggiore di Santo Donato. E venuti i detti nemici giù per le borgora verso la cittade, si schieraro in su 'l Cafaggio di costa a' Servi, e furono più di XIIc di cavalieri e popolo grandissimo, per molti contadini seguitigli, e di que' d'entro Ghibellini e Bianchi usciti a·lloro aiuto; la quale fu per loro mala capitaneria, come diremo appresso, che si puosono in luogo sanza acqua; ché se si fossono schierati in su la piazza di Santa Croce, aveano il fiume e l'acqua per loro e per gli cavagli, e la Città Rossa d'intorno fuori delle mura vecchie, ch'era tutta acasata da starvi al sicuro ogni grande oste, ma a cui Iddio vuole male gli toglie il senno e l'accorgimento.
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