E ciò fatto, se n'andò con suoi cardinali e con tutta la corte a la sua città di Bordello, ove tutti gl'Italiani, così bene i cardinali come gli altri, furono male veduti e trattati, secondo il grado de la loro dignità, però che tutto guidavano i cardinali guasconi e franceschi. Nel detto verno fue grandissimo freddo per tutto, e spezialmente oltre i monti, che ghiacciò il Rodano, sì che su vi si potea passare a piè e a cavallo, e tutti i grandi fiumi, e il Reno, e la Mosa, e Senna, e l'Era, e lo Scalto ad Anguersa; e eziandio ghiacciò il mare di Fiandra, ed a le marme d'Olanda e Silanda e Danesmarce più di tre leghe infra mare, che fu gran maraviglia. Lasceremo alquanto de' fatti del papa al presente, e torneremo a nostra materia de' fatti di Firenze.
LXXXII
Come i Fiorentini e' Lucchesi assediarono e vinsono la città di Pistoia.
Negli anni di Cristo MCCCV, avendo i Fiorentini avute le mutazioni dette adietro de la cacciata de' Bianchi a le porte, e quella parte bianca e ghibellina scacciata e vinta in tutte parti quasi di Toscana, salvo de la città di Pistoia, la quale si tenea per parte bianca col favore de' Pisani, e degli Aretini, e eziandio de' Bolognesi, i quali si reggeano a parte bianca, si dubitaro che non crescesse la loro potenzia sostegnendo Pistoia, sì·ssi providono e chiamaro loro capitano di guerra Ruberto duca di Calavra, figliuolo e primogenito rimaso del re Carlo secondo, il quale venne in Firenze del mese d'aprile del detto anno con una masnada di CCC cavalieri araonesi e catalani, e molti mugaveri a piè, la quale fu molto bella gente, e avea tra·lloro di valenti e rinomati uomini di guerra; il quale da' Fiorentini fu ricevuto a modo di re molto onorevolemente.
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