Il papa temendo della venuta del re con tanta forza, e ricordandosi della sua promessa fatta, riconoscendo ch'era molto contraria a la libertà della Chiesa, sì ebbe segreto consiglio solamente con messer d'Ostia cardinale da Prato, che già aveano preso isdegno col re di Francia per le disordinate richeste, e perché se la Chiesa avesse condannata la memoria di papa Bonifazio, ciò ch'avea fatto era casso e annullato, e 'l cardinale di Prato fue per Bonifazio fatto cardinale con certi altri, come detto avemo in altra parte. Il detto cardinale udendo quello che sentia il papa della 'ntenzione e della venuta del re di Francia, sì disse: "Padre santo, qui nonn-ha che uno remedio, cioè che innanzi ti faccia la richesta il re, per te s'ordini co' prencipi de la Magna segretamente e con istudio ch'eglino facciano lezione d'imperio". Al papa piacque il consiglio, ma disse: "Cui volemo per imperadore?". Allora il cardinale molto antiveduto, non tanto solamente per la libertà della Chiesa, quanto a sua propietà e di sua parte ghibellina rilevare in Italia, disse: "Io sento che 'l conte di Luzzimborgo è oggi il migliore uomo de la Magna, e il più leale e il più franco, e più cattolico, e non mi dubito, se viene per te a questa dignità, ch'egli non sia fedele e obbediente a te e a santa Chiesa, e uomo da venire
a grandissime cose". Al papa piacque per la buona fama che sentia di lui; disse: "Questa lezione come si può fornire per noi segretamente, mandando lettere con nostra bolla, che nol senta il collegio de' nostri frati cardinali?
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