. Rispuose il cardinale:
Fa' a·llui e a' lettori tue lettere col piccolo e segreto suggello, e io scriverò loro per mie lettere più a pieno il tuo intendimento, e manderolle per mio famigliare"; e così fu fatto. E come piacque a·dDio, giunti i messaggi ne la Magna e presentate le lettere, in otto dì i prencipi de la Magna furono congregati a Midelborgo, e ivi sanza niuno discordante elessero a re de Romani Arrigo conte di Luzzimborgo; e ciò fu per la industria e studio del detto cardinale, che scrisse a' prencipi infra l'altre parole: "Fate d'essere in accordo del tale, e sanza indugio, se non, io sento che la lezione e la signoria dello 'mperio tornerà a' Franceschi". Fatto ciò, la lezione fu pubblicata in Francia e in corte di papa incontanente; non sappiendo il modo il re di Francia, che facea l'apparecchiamento per andare a corte, si tenne ingannato, e mai non fu poi amico del detto papa.
CII
Come Arrigo imperadore fue confermato dal papa.
Nel detto anno, essendo fatta la lezione d'Arrigo di Luzzimborgo a re de' Romani, sì mandò a Vignone a corte a papa Clemento per la sua confermazione il conte di Savoia suo cognato e messer Guido di Namurro fratello del conte di Fiandra suo cugino, i quali dal papa e da' cardinali onorevolemente furono ricevuti, e del mese d'aprile MCCCVIIII, per lo papa il detto Arrigo fue confermato a imperadore, e ordinato che 'l cardinale dal Fiesco e 'l cardinale di Prato fossono legati in Italia e in sua compagnia quando venisse di qua da' monti, comandando da parte de la Chiesa che da tutti fosse ubbidito.
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