Messer Maffeo sotto la detta promessa il tradì, e tutto il palesò a lo 'mperadore e al suo consiglio; e a questo diamo assai fede per quello ne sentimo poi da savi Lombardi ch'allora erano in Milano. E per questa cagione fu richesto dallo 'mperadore messere Guidetto de la Torre che si scusasse; non comparì, ma si partì con suoi seguaci di Milano, opponendo che non avea colpa del tradimento, ma che' suoi nimici gli aveano ciò apposto per distruggerlo e cacciarlo di Milano. Per gli più si credé pure che colpa avesse, però ch'egli era in lega co' Fiorentini e co' Bolognesi e coll'altre città guelfe, e si disse che ne dovea avere moneta assai da' Fiorentini e loro lega. Ma quale si fosse la cagione, e incontanente per le dette sodduzioni sì rubellò a lo 'mperadore la città di Chermona, dì XX di febbraio, e questa rubellazione e l'altre di Lombardia furono di certo con industria e spendio de' Fiorentini per dare tanto a·ffare in Lombardia a lo 'mperadore che non potesse venire in Toscana. In questo tempo i Ghibellini di Brescia cacciarono fuori i Guelfi, e simigliante avenne in Parma; per la qual cosa lo 'mperadore mandò suo vicario e gente in Brescia, e fece fare l'accordo, e rimettere i Guelfi nella terra, i quali poco appresso veggendosi forti ne la terra, e rubellata Chermona, e confortati da' Fiorentini e Bolognesi con danari e grandi impromesse, cacciarono i Ghibellini di Brescia, e al tutto si rubellarono a lo 'mperadore, e s'apparecchiaro di farli guerra.
XII
Come in Firenze ebbe grande caro, e altre novitadi.
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