Come fu di là, co la forza del maliscalco prese tutti i caporali ghibellini di Forlì, e di Faenza, e d'Imola, e dell'altre terre di Romagna, e misegli in pregione perché non gli rubellassono la terra, e acomiatòne tutti i Ghibellini e' Bianchi usciti di Toscana che v'erano.
XIX
Come il marchese del papa prese Fano e Pesaro.
Nel detto anno, a l'entrante di settembre, il marchese ch'era ne la Marca per lo papa prese la città di Fano e quella di Pesaro, che s'erano rubellate a la Chiesa.
XX
Come lo 'mperadore Arrigo ebbe la città di Brescia per assedio.
Nel detto anno MCCCXI, essendo lo 'mperadore ad oste a Brescia, più assalti v'ebbe, ove morì gente assai di que' d'entro e di que' di fuori, intra' quali fu morto a uno assalto, d'uno quadrello di balestro grosso, messer Gallerano di Luzzimborgo, fratello carnale e maliscalco dello 'mperadore, e più altri baroni buoni cavalieri; onde fu grande spavento a tutta l'oste. E per quella baldanza i Bresciani uscendo ispesso fuori ad assalire l'oste, del mese di giugno parte di loro furono rotti e sconfitti, e furonne presi da XL de' maggiori della terra, e morti ben CC, intra' quali presi fue messere Tebaldo Brusciati, il quale era capo della gente d'entro, e uomo di grande valore, ed era stato amico dello 'mperadore, e avealo rimesso in Brescia quando ne furono cacciati i Guelfi: fecelo isquartare a quattro cavagli come traditore, e più altri fece dicapitare, onde il podere de' Bresciani molto affiebolìo; ma però que' d'entro non lasciarono la difensione della città. In quello assedio si corruppe l'aria per la puzza de' cavalli e della lunga stanza del campo, onde v'ebbe grandissima infermità e d'entro e di fuori, e amalaro gran parte degli oltramontani, e molti grandi baroni vi morirono, e se ne partirono per la malatia, e morirne poi in cammino.
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