E di certo si crede ch'avrebbe vinta in gran parte della punga, se non che uno giorno, a dì XXVI di maggio, a una gran battaglia il vescovo di Legge con più baroni d'Alamagna, avendo rotte le sbarre, e correndo la terra infino presso al ponte Santangiolo, la gente del re Ruberto con quella de' Fiorentini partendosi di Campo di Fiore per vie traverse, per costa fediro a la detta gente che cacciava, e ruppongli, e più di CCL cavalieri ne furono tra morti e presi, intra' quali fu il detto vescovo di Legge preso, e menandolo uno cavaliere in groppa di suo cavallo disarmato a messer Gianni fratello de·re Ruberto, uno Catalano a cui era stato morto il fratello in quella caccia il fedì dietro a le reni d'uno stocco, onde giugnendo a Castello Santangiolo, poco stette morì; onde fu grande danno, però che era signore di gran valore e di grande autorità. Per la detta perdita e sconfitta la gente del re Ruberto e loro séguito presono gran vigore, e quella del re d'Alamagna il contradio. Veggendo il signore che l'urtare non facie per lui, e che ne perdea sua gente e suo onore, avendo prima mandato al papa per licenza che' cardinali il potessono coronare in quale chiesa di Roma a·lloro piacesse, sì·ssi diliberò di coronarsi in San Giovanni Laterano; e in quella fu coronato per lo vescovo d'Ostia cardinale da Prato, e per messer Luca dal Fiesco e messer Arnaldo Guasconi cardinali, il dì di san Piero in Vincola, dì primo d'agosto MCCCXII, con grande onore, da quella gente ch'erano co·llui, e da quegli Romani ch'erano di sua parte.
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