E coronato lo 'mperadore Arrigo, pochi giorni appresso se n'andò a Tiboli a soggiornare, e lasciò Roma imbarrata e in male stato, e ciascuna parte tenea le sue contrade afforzate e guernite. De' suoi baroni si partì, fatta la coronazione, il dogio di Baviera e sua gente, e altri signori de la Magna che·ll'aveano servito, sicché con pochi oltramontani rimase.
XLIV
Come lo 'mperadore si partì di Roma per venire in Toscana.
Poi si partì lo 'mperadore da Tiboli, e venne con sua gente a Todi, e da' Todini fu ricevuto onorevolemente e come loro signore, però che teneano sua parte. I Fiorentini e gli altri Toscani, sentendo che lo 'mperadore s'era partito di Roma e facea la via verso Toscana, incontanente mandarono per la loro gente ch'era a Roma, per esser più forti a la sua venuta. E tornata la detta gente, i Fiorentini e l'altre terre di Toscana si guernirono le loro fortezze di cavalieri e di gente, per risistere a la venuta dello 'mperadore, temendo forte della sua forza, e faccendo più confinati, Ghibellini e sospetti; e' Fiorentini crebbono il numero delle loro cavallate in XIIIc, e soldati aveano col maliscalco e con altri da VIIc, sicché circa MM cavalieri aveano; e ciascuna altra città e terra di Toscana de la lega del re Ruberto e di parte guelfa s'erano isforzati di gente d'arme per tema dello 'mperadore.
XLV
Come lo 'mperadore venne a la città d'Arezzo, e poi come venne verso la città di Firenze.
Del detto mese d'agosto, nel MCCCXII, si partì lo 'mperadore da Todi e venne per lo contado di Perugia guastando e ardendo, e per forza prese la sua gente Castiglione Chiusino sopra i·lago, e di là venne a Cortona, e poi ad Arezzo, e dagli Aretini fu ricevuto a grande onore.
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