E in Arezzo fece sua raunanza per venire sopra la città di Firenze, e subitamente si partì d'Arezzo, e entrò in sul contado di Firenze a dì XII di settembre, e di presente gli fu renduto il castello di Caposelvole in su l'Ambra, ch'era de' Fiorentini. E poi si puose ad oste al castello di Montevarchi, il qual era bene guernito di gente, soldati a cavallo e a piè, e di vittuaglia: a quello fece dare più battaglie, e votare i fossi dell'acqua per riempiere. Quegli della terra veggendo ch'erano sì forte combattuti, e avea la terra le mura basse, che i cavalieri dello 'mperadore a piè combattendo, e colle scale salendo a le mura, non temendo saettamento né gittamento di pietre, sì isbigottirono forte, e maggiormente sentendo che' Fiorentini non gli soccorreano, sì s'arendero il terzo dì a lo 'mperadore. Avuto Montevarchi, sanza dimoro venne ad oste a Castello San Giovanni, e per simigliante modo gli si rendéo, e presevi da LXX cavalieri catalani soldati de' Fiorentini; e così sanza riparo ne venne nel borgo di Fegghine.
XLVI
Come i Fiorentini furono quasi sconfitti al castello de l'Ancisa da lo 'mperadore.
I Fiorentini, sentendo lo 'mperadore partito d'Arezzo, incontanente cavalcaro popolo e cavalieri di Firenze, sanza attendere altra amistà, al castello de l'Ancisa in su l'Arno, e furono intorno di XVIIIc di cavalieri e gente a piè assai, e a l'Ancisa s'acamparo per tenere il passo a lo 'mperadore. Egli sentendo ciò, con sua gente armata venne nel piano de l'Ancisa in su l'isola d'Arno che si chiama il Mezzule, e richiese i Fiorentini di battaglia.
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