Né già per sua levata i Fiorentini non uscirono la notte della città, ma sonarono le campane, e ogni gente fu ad arme; e per quello si seppe poi, la gente dello 'mperadore ebbono gran tema della levata, che la notte non fossono assaliti dinanzi o a la retroguardia da' Fiorentini. La mattina vegnente una parte de' Fiorentini andarono al poggio di Santa Margherita sopra il campo dello 'mperadore, e a modo di badalucchi più assalti gli feciono, de' quali ebbono il peggiore: e con vergogna là dimorato III giorni, si partì, e andonne con sua oste in sul borgo di San Casciano presso a la città VIII miglia; per la qual cosa i Fiorentini feciono afossare il crescimento del sesto d'Oltrarno, ch'era fuori delle mura vecchie, in calen di dicembre MCCCXII. E stando lo 'mperadore a San Casciano, gli vennono in aiuto i Pisani ben Vc cavalieri e IIIm pedoni, e M balestrieri di Genova, e giunsono a dì XX di novembre. A San Casciano dimorò infino a dì VI di gennaio sanza fare a' Fiorentini altro assalto se non di correrie e guasto e arsioni di case per lo contado, e prese più fortezze de la contrada; né perciò i Fiorentini non uscirono fuori a battaglia, se non in correrie e scheremugi, quando a danno dell'una parte e quando dell'altra, da non farne gran menzione, se non ch'a una avisaglia a Cerbaia di Valdipesa furono i nostri rotti da' Tedeschi, e morì uno degli Spini, e uno de' Bostichi, e uno de' Guadagni per loro franchezza in questa stanza, ch'erano d'una compagnia di volontà a una insegna campo verde e banda rossa con capitano, e chiamavansi i cavalieri della Banda, de' più pregiati donzelli di Firenze, e assai feciono d'arme.
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