I Fiorentini ebbono patti d'essere liberi e franchi in Pisa, e le castella che aveano si tenessono; e tornarono i pregioni in Firenze dì XXVIIII di maggio: furono XXVIII tra cittadini e contadini nobili e buoni popolani, sanza più altri, minuta gente e contadini. E la detta pace co' Pisani non avrebbe avuto effetto con tutto il podere del re Ruberto, però che' Pisani in nulla guisa voleano fare franchi i Fiorentini in Pisa, né altri patti domandati, parendo loro, com'erano, al di sopra de la guerra con vittoria, se non fosse adoperato per gli Fiorentini una bella e sottile maestria di guerra per l'uficio passato de' priori, intra' quali avea di savi e discreti uomini, della quale è bene da fare notevole memoria per assempro di quegli che sono a venire. Essendo, come detto è dinanzi, rinnovato lo stato in Firenze per la signoria del conte a Battifolle, e era ancora molto tenero, e avendo la guerra di Pisa e di Lucca, non erano in sicuro stato, sì usarono questa savia disimulazione: ch'eglino elessono XIIII buoni uomini popolani, e rinchiusogli nell'opera di Santo Giovanni, e commisono loro che facessono nuove gabelle, e delle vecchie radopiassono, sì che il Comune avesse d'entrata Dm di fiorini d'oro l'anno, o più; e di questo ordine si diede la boce per la cittade, e di mandare in Francia per uno de' reali, figliuolo o nipote del re, per capitano con M cavalieri franceschi. E questa providenza fu commessa per lo conte e per tutto l'uficio de' priori in Alberto del Giudice, uomo di grande autoritade, con Donato Acciaiuoli, e co·noi, che tutti e tre eravano di quello collegio, e fune dato il suggello del Comune e piena autorità con giurata credenza.
| |
Fiorentini Pisa Firenze Pisani Ruberto Pisani Fiorentini Pisa Fiorentini Firenze Battifolle Pisa Lucca Santo Giovanni Comune Francia Alberto Giudice Donato Acciaiuoli Comune
|