Incontanente per gli detti furono fatte fare lettere da parte del Comune al re di Francia e a messer Carlo suo fratello, pregandogli per bene e stato di santa Chiesa e di parte guelfa, e riparare la venuta di nuovo imperio, ci mandassono uno de' loro figliuoli con M cavalieri al nostro soldo; e ordinossi colle compagnie di Firenze ch'aveano affare in Francia, che facessono lettere di pagamento di LXm fiorini d'oro, per dare per arra e fare la promessa de' gaggi a Carlo; e scrissesi al papa e a più de' suoi cardinali amici del nostro Comune ch'eglino iscrivessono e confortassono lo re e messer Carlo di questa impresa. Fatte le dette lettere, ebbono uno fidato corriere francesco, e ordinarono ch'andasse a Parigi per la via di Vignone, ov'era il papa, in XV dì per lo cammino di Pisa; e disparte s'ordinò sagretamente per quegli ch'era sopra le spie ch'una spia fidata gli facesse compagnia a condurlo per Pisa. E come furono in Pisa, com'era temperato, la detta spia scoperse al conte e agli anziani del detto corriere, il quale feciono pigliare colle dette lettere, e quelle aperte e lette, s'ammirarono forte dell'ordine impresa, sì grande per lo nostro Comune, e di tanta entrata di gabelle: consigliaro che per loro non facea di mantenere la guerra, potendo avere pace; e con tutti i loro vizii, credendoci avere ingannati per la presa delle dette lettere, rimasono ingannati; e di presente mandarono al nostro Comune che rimandassono i loro ambasciadori trattatori della pace a Montetopoli, e i loro verrebbono a Marti; e così fu fa
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