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      LXXXIX
     
     
      Come messer Cane della Scala fece oste sopra i Padovani, e tolse loro molte castella.
     
      Nel detto anno, del mese di dicembre, il detto messer Cane con suo isforzo venne a oste sopra i Padovani, e prese Monselici ed Esti, e gran parte di loro castella, e recogli sì al sottile, che 'l febbraio vegnente non possendo contastare, feciono pace come piacque a messer Cane, e promisono di rimettere i Ghibellini in Padova, e così feciono.
     
      XC
     
     
      Come gli usciti di Genova co la forza de' Ghibellini di Lombardia assediarono Genova.
     
      Ne l'anno MCCCXVIII, essendo usciti di Genova quegli della casa d'Oria e di Spinola col loro séguito, e per loro podere si stavano nella riviera di Genova a le loro posessioni, mandarono loro ambasciadori in Lombardia, e trattato e lega feciono con messer Maffeo Visconti capitano di Milano e co' figliuoli, e con tutta la lega di Lombardia di parte d'imperio e ghibellina. Per la qual cosa messer Marco Visconti figliuolo del detto messer Maffeo venne di Lombardia con grande oste di gente, Tedeschi e Lombardi a cavallo e a piè, e co' detti usciti di Genova puosono assedio a la detta città da la parte di Co di Fare e di borghi; e ciò fu a dì XXV di marzo MCCCXVIII; e pochi dì appresso quegli della casa d'Oria coll'aiuto degli altri usciti feciono un'altra oste a la città d'Albingano nella riviera di Genova, e quella ebbono a patti in pochi giorni. Appresso, stante la detta oste a Genova, messer Adoardo d'Oria tenne trattato co l'abao del popolo di Saona, e entrò nella detta città di Saona di notte celatamente, e incontanente colla forza de' Ghibellini della terra, che la maggiore partita erano di parte imperiale, sì rubellarono la detta terra al Comune di Genova del mese d'aprile; per la qual cosa molto acrebbe la forza agli usciti di Genova, che quasi tutta la riviera di ponente era a·lloro signoria, salvo il castello di Monaco e Ventimiglia e la città di Noli, e nella riviera di levante teneano Lerici.


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Nuova cronica
Tomo Secondo
di Giovanni Villani
pagine 616

   





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