E congiunte le dette galee insieme, vennero sopra Genova per combattere con quelle de' Ciciliani e degli usciti di Genova, le quali sentendo come venia contra loro quella armata, si partirono della riviera di Genova, e vennono in Porto Pisano, e poi con savio provedimento di guerra per fare partire l'armata de la riviera sanza soggiorno se n'andarono in verso Napoli; e giunte a l'isola d'Ischia, misono i cavalieri in terra, e corsono l'isola e guastarla in parte. Sentendo la loro partita l'amiraglio del re Ruberto, con sua armata si partì di Genova e de la riviera, e le seguì vigorosamente per abboccarsi co·lloro, e sopragiunsegli a Ischia una sera a tardi. Quelle galee di Cicilia e degli usciti, veggendo i nimici sì di presso per volere la battaglia, si ricolsono di notte, e si misono in mare dando boce di tornarsi in Cicilia. L'amiraglio del re Ruberto veggendoli la mattina partiti, volendogli seguire, la gente di Principato, ch'erano intorno di XXX galee, trovandosi in loro paese, gridarono: "Rinfrescamento e panatica!": e di vero bisogno n'aveano; e così a grido, sanza alcuno ritegno a Napoli se n'andaro. Le galee di Proenza e di Genova rinfrescati a Ischia alquanti giorni, avendo novelle come l'armata de' Ciciliani e usciti di Genova aveano fatta la via di ponente verso Genova, per seguirle in verso Proenza si ritornaro; e così la detta armata per male seguire il loro amiraglio, overo per sua difalta e mala condotta, quasi tutta si sbarattò e venne a niente; che se avessono seguita quella de' Ciciliani e degli usciti di Genova, di certo s'avisava che sarebbono stati vincitori, però ch'erano più galee, e meglio armate.
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