I Bresciani negando che no·lla poteano dare, perché vacando imperio s'erano dati al re Ruberto, incontanente sanza niuno ritegno si partì de la terra a dì XVIII di maggio MCCCXXII, e con tutta sua gente se n'andò a Verona, il quale da messer Cane della Scala signore di Verona onorevolemente fu ricevuto e presentato di ricchi doni; poi appresso sanza dimoro se n'andò in Alamagna, guastando a la Chiesa sì grande impresa e sì bello servigio incominciato, per sì fatto tradimento.
CXLVI
Come i Pistolesi feciono triegua con Castruccio contra 'l volere de' Fiorentini.
Nel detto anno MCCCXXII, del mese d'aprile, essendo i Pistolesi molto gravati di guerra da Castruccio signore di Lucca, il quale tenea il castello di Serravalle presso a tre miglia a Pistoia, trattato ebbono co·llui di triegua; onde i Fiorentini entraro in grande gelosia, che Castruccio sotto la detta triegua non prendesse la terra; per la quale cosa più volte vi mandarono loro ambasciadori per isturbarla. A la fine la terra si levò a romore, e feciono loro capitano di popolo l'abate di Pacciana di Tedici, che volea la detta triegua, e contra volontà de' Fiorentini la feciono, dando di trebuto a Castruccio IIIm fiorini d'oro l'anno, e cacciarne per ribelli il vescovo e altri caporali che teneano co' Fiorentini.
CXLVII
Come in Siena ebbe romore e novitade.
Nell'anno MCCCXXII, del mese d'aprile, la città di Siena fue a romore per cagione che quegli della casa de' Salimbeni uccisono una notte due frategli carnali figliuoli di cavaliere della casa de' Tolomei, loro nemici, nelle loro case.
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