Apresso, a dì XX di luglio, i detti signori di Mantova e di Verona e' marchesi da Esti, che allora erano di loro lega contra la Chiesa, mandando ancora in aiuto di quello di Milano Vc cavalieri e M pedoni; e passando il fiume del Po, per trattati fatti, credettono i detti cavalieri torre la città di Parma a petizione de la parte di Gian Quirico; il quale trattato scoperto con danno di loro, non venne loro fatto; e credettono ancora prendere Firenzuola, e con danno di loro si partirono, e andarne a Milano. In quello assedio di Milano trattati avea assai da quegli di Milano a quegli dell'oste della Chiesa, tutti coverti di tradimenti dall'una parte e da l'altra; e credendosi messer Ramondo e gli altri capitani dell'oste della Chiesa, con ispendio di moneta assai e grandi promesse trattando co' Tedeschi ch'erano nel campo, che facessono co' Tedeschi ch'erano ne la città, che dessono loro l'entrata de la città, o almeno l'abandonassono e venissono nel campo da la loro parte, avenne tutto il contradio: che X bandiere di Tedeschi ch'erano nell'oste della Chiesa in quantità di Vc a cavallo subitamente si partirono dell'oste e entraro in Milano. Per la qual cagione, e ancora perché grande infermeria si cominciava nell'oste, gli usciti di Milano, isbigottiti e colla paura del tradimento, quasi tutti si partirono dell'oste e si ritrassono a·lloro castella e a la terra di Moncia. Messer Ramondo veggendosi rimaso pur co' soldati del re e de la Chiesa e degli altri Comuni, in quantità di MMD cavalieri, si ricolse con sua oste, e mise innanzi prima la salmeria e popolo minuto, dando battaglia a la città: colle schiere fatte si partì da Milano e dì XXVIII di luglio, e se n'andò a Moncia sano e salvo, che per sua levata quegli di Milano non ardirono d'uscire loro dietro a battaglia, overo per più savia capitaneria.
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