I Fiorentini incontanente saputa la novella, serrate le botteghe e lasciata ogni arte e mestiere, cavalcarono a Prato popolo e cavalieri isforzatamente; e ciascuna arte vi mandò gente a piede e a cavallo, e molte case di Firenze grandi e popolani vi mandaro masnade a piè a loro spese; e per gli priori si mandò bando che qualunque isbandito guelfo si rassegnasse ne la detta oste sarebbe fuori d'ogni bando; il quale bando non saviamente fatto, ne seguì poi grande pericolo a la città. Avenne poi appresso che il dì seguente si trovarono i Fiorentini in Prato MD cavalieri e ben XXm pedoni, che i IIIIm e più erano isbanditi, molto fiera gente; e ordinarono il seguente dì d'uscire a battaglia contra Castruccio, e spianando le vie il detto Castruccio, la mattina III dì di luglio si levò da campo, e con grande paura de' Fiorentini, e ancora di tradimento de' Pistolesi, si partì d'Aiuolo, e colla preda ch'avea fatta in sul contado di Prato passò l'Ombrone, e sanza arresto, e di buono andare di galoppo, si ridusse a Serravalle: e con tutto che Castruccio n'andasse a salvamento per la discordia de' Fiorentini, fu tenuta la sua venuta folle condotta. Che se i Fiorentini avessono mandata di loro gente, come poteano, tra Serravalle e l'oste di Castruccio, a certo Castruccio e sua gente rimanevano morti e presi; ma a cui Idio vuol male gli toglie il senno. I Fiorentini rimasi in Prato con poca ordine e con difettuoso capitano, e per vizio de' nobili, che non voleano vincere la guerra in onore e stato di popolo, scisma e discordia nacque ne la detta oste; che il popolo tutto volea seguire dietro a Castruccio, o almeno andare a oste in su quello di Lucca, e' nobili quasi tutti non voleano, assegnando loro ragioni ch'era il peggio.
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